Interpretazioni di scena / Pittografando

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Sandro D’Ascanio

Vive e lavora a Jesi.

Pur operando in provincia lo stile delle sue riprese lo rende presto noto nell’ambito della produzione teatrale, per cui il suo campo di lavoro si estende a tutto il territorio nazionale.
Dopo una breve esperienza presso il Centro Sperimentale di Cinematografia si dedica completamente alla fotografia di scena, dapprima nell’ambito del teatro G.B.Pergolesi di Jesi e il Teatro delle Muse di Ancona, nei maggiori teatri nazionali poi.
In particolare la sua opera è legata alla Compagnia della Rancia diretta dal regista Saverio Marconi, per la quale ha firmato le foto dei più grandi musicals degli ultimi venti anni.

Si è posto all’attenzione della critica per la sua straordinaria capacità di interpretare interpretazioni e quindi di costruire una comunicazione artistica di valore usando prodotti artistici altrui, di tramutare in stile espressivo gli stimoli derivanti dalle qualità creative di altre espressioni.

Scrive di lui Armando Ginesi: “In cosa consiste l’artisticità delle opere fotografiche di D’Ascanio? In primo luogo nell’essere non un puro atto di trascrizione dei fatti, ma interpretazioni di accadimenti e loro trasformazione in evento narrativo attraverso quella operazione profonda che caratterizza il fare arte e che è il passaggio radicale in un totalmente altro da prima (Gadamer lo chiama “trasmutazione in forma”). Ciò fa usando con sapienza gli ingredienti del suo medium espressivo ma, soprattutto, agganciando la sua sensibilità interpretativa alle atmosfere proprie degli eventi teatrali dai quali estrae tanto gli elementi storici che i connotati artistici dell’autore. Inoltre egli costruisce immagini servendosi di un notevole senso pittorico mediante il quale, utilizzando segni forme e colori, raggiunge esiti molto simili a quelli dipinti quali, per esempio, l’icasticità del disegno e la sua plasticità delle forme, oppure lo sfumato e le tonalità cromatiche trasparenti”.

Scrive di lui Giuliana Scimé: “D’Ascanio lavora con una autonomia di giudizio e di visione, non lasciandosi prendere dalla trappola del rispetto obbiettivo e in tutta la storia della fotografia sono pochissimi gli autori che si sono segnalati in questo particolare e difficilissimo genere che implica la capacità di liberarsi dalla schiavitù testimoniale… Egli osa, guarda con la sua mente e stravolge il ben composto quadretto dei birilli in fila sul palcoscenico. Sicuramente Sandro D’Ascanio è un “infedele”, il concetto di oggettività deve essere in lui assente e proprio per questa sua cancellazione dello stereotipo intellettuale della fotografia comune e banale è creativo”.

Scrive di lui Mario De Micheli: “D’Ascanio è un fotografo ricco di risorse capace di rappresentare un suo particolare “teatro” di personaggi con intense sonorità”.

MOSTRE PERSONALI E COLLETTIVE:

  • 1988 – SULLA SCENA – Palazzo dei Convegni, Jesi – Testo di Armando Ginesi
  • 1989 – L’OBIETTIVO E IL PENNELLO – Palazzo dei Convegni, Jesi – Testi di Loretta Mozzoni, Mario De Micheli, Giuliana Scimé
  • 1990 – SULLA SCENA – Palazzo del Comune, Cingoli – Testo di Armando Ginesi
  • 1991 – FOTOGRAFIE DI TEATRO – Comune di Urbisaglia
  • 1992 – ALLA SCOPERTA DEL TAGUA – Quito, Ecuador
  • 1993 – SULLA SCENA – Centro d’Arte Alfred Stieglitz, Modena – Testo di G. Ardissone
  • 1994 – BEFORE BREAKFAST – Bio Immagine Production, Roma – Mino Damato
  • 1995 – LA TOSCA – Milva – Pistilli – Teatro Comunale, Sulmona
  • 1996 – IVANA MONTI – Teatro Sociale, Rovigox
  • 1997 – MARISA LAURITO – Teatro Maestoso, Secondigliano (NA)
  • 1997 – A CHORUS LINE – Gigantografie esterne – Teatro Nazionale, Milano
  • 2003 – MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA – Complesso del Vittoriano, Roma – Testo di Giancarlo Alù.
  • 2004 – CHIARAVALLE PHOTO NEWS – Fotografie di scena – Chiaravalle
  • 2004 – ANCONA FOTOGRAFA – Atmosfere di scena – Mole Vanvitelliana, Ancona
  • 2005 – AUTORITRATTO D’AUTORE – Festival dei Due Mondi, Spoleto – Testo di Alessandro Rocco
  • 2005 – I MILLE VOLTI DI VALERIA – Palazzo della Signoria, Jesi – Testo di Emilio Pozzi.